L’anziano scrittore di successo che, durante l’intervista televisiva, si aggiusta la cravatta e ricorda quell’aperitivo in casa di Arbasino, quando sconfisse Eco a scacchi.
Lo scrittore assistente alla poltrona di uno studio odontoiatrico, che ha pubblicato dodici romanzi con altrettanti piccoli editori vendendo in tutto quattromilasettecentodiciannove copie. Un giorno, al Salone del Libro di Torino, Goffredo Fofi gli ha detto: “Simpatico, il tuo ultimo libro”, prima di allontanarsi per telefonare. Non avrebbe mai risposto alle otto mail che lo scrittore assistente alla poltrona di uno studio odontoiatrico, ottenuto chissà come il suo indirizzo di posta elettronica, gli ha inviato.
Lo scrittore che non ha mai pubblicato niente perché crede che letteratura e industria editoriale non debbano incontrarsi. Si reputa il più grande romanziere vivente e la sua compagna – se da lui interpellata a tal proposito – gli conferma questa opinione.
La scrittrice che esordì nel 1987 diventando il caso letterario dell’anno, ma da allora non è più riuscita a scrivere un rigo presentabile. Ogni tanto, specie nei mesi autunnali, se ne rammarica ancora.
E fu così che il mondo, stipato di biografie degli autori, rimase senza spazio per le parole.
Illustrazione originale di Daria Kirpach.