di Davide Predosin
“Sembra impossibile ma correre attorno a un tavolo è il modo più sicuro per sfuggire ai propri inseguitori”, rifletteva Lauto Interstizio facendo l’aerosol.
Proprio quel giorno aveva corso attorno al tavolo della cucina per più di un’ora, quando improvvisamente i consulenti avevano cambiato verso di corsa lasciandolo in braghe di tela. Non aveva potuto far altro che prendere la porta di casa e correre a rotta di collo giù per le scale e per strada.
“Sono vecchi e si affaticheranno facilmente all’aria aperta” aveva pensato.
Il fatto che un’ora dopo, nonostante questi avessero subito desistito, Lauto continuasse a correre spensierato come se si fosse iscritto a una qualunque competizione campestre, è un aspetto della faccenda che per adesso non affronteremo.
Tornato a casa si era addormentato in terrazza e lì aveva contratto una fastidiosa tosse asinina.
Mentre più tardi faceva l’aerosol, aveva ripensato alla fuga e all’opportunità offerta da un’ortodossa circumnavigazione del tavolo.
Avrebbe potuto prevederla quell’inversione di marcia, e invece si era abbandonato all’entusiasmo che accompagna l’illusione di esser liberi.
Bastavano pochi giri, i consulenti avrebbero annunciato con un twitter che la corsa era finita. Avrebbero avuto al massimo la faccia tosta di chiedere proprio a lui, il vincitore, un bicchiere d’acqua. Un bicchierone d’acqua tiepida non si nega a nessuno, ma non avrebbe abbassato la guardia: no, Lauto non era il tipo. L’avrebbe riempito, appoggiato sul tavolo e spinto verso di loro con un selfie-stick, il bicchierone. E quando, finalmente, avessero finito di bere, avrebbe detto loro semplicemente: ed ora fuori.
- Chissà perché, poi, lo inseguivano.
- Nessuna spiegazione l’aveva mai convinto.
- C’erano state quelle telefonate, erano stati educati, pazienti.
- Non avevano tralasciato alcun dettaglio.
Forse avevano ragione loro, si ripeteva, e lui torto marcio.
Lauto si sforzava di riprodurre quella prima cocente mortificazione, quando per un attimo gli erano sembrati non buoni per lui. Ma era difficile se non impossibile rimanere saldamente aggrappati a quell’idea, era più facile convincersi di essere in torto marcio.
Per questo, mentre ormai l’aerosol singhiozzava urlando, Lauto si ripeteva che il tavolo costituiva ancora il piano orizzontale più sicuro per fiaccare i consulenti; lavorando sul cambio di passo o passo dell’oca.
Davide Predosin è nato a Venezia il 26 gennaio 1978, attualmente lavora a Roma, dove si è trasferito, gli sembra di ricordare, nel 2004. Ha pubblicato per Gorilla Sapiens nel 2014 Alcuni stupefacenti casi tra cui un gufo rotto e, assieme a Carlo Sperduti, il romanzo epistolare Lo sturangoscia. Suoi racconti compaiono in diverse raccolte sempre edite per Gorilla Sapiens. Al momento raccoglie parte dei suoi scritti nel blog croodismi.wordpress.com/. Questo blog ha già ospitato due suoi racconti inediti.
Illustrazione originale di Giorgia De Maldè.