Gli otto scritti che compongono Studi d’affezione per amici e altri, volume pubblicato da Quodlibet nel 2016, costituiscono un’imperdibile rassegna di vividissimi pensieri e intuizioni di Gianni Celati su autori e opere della letteratura italiana.
Ciò che accomuna questi testi di varia natura (si tratta infatti di lezioni, interventi, prefazioni, ecc.) è lo sguardo libero e innamorato di Celati, che ascolta i libri scelti con grandissima attenzione e restituisce l’esperienza della propria lettura senza mai esibire un esercizio di conoscenza, senza mai cercare privilegi interpretativi né l’oggettività di significati nelle opere che va indagando; in altri termini, Celati ascolta la vita dei testi tesa verso l’indicibile e scrive lettere d’amore ai libri cari, splendide invenzioni piene di verità.
Uno dei motivi ricorrenti di questa raccolta è un guardare al mondo e alla letteratura intesi come dimensione di relazione, movimento, interruzione, silenzio, più che come luogo di fatti, di sequenze meccaniche di azioni e accadimenti, di realtà. In estrema sintesi, si potrebbe dire che l’attenzione è posta sull’aperto, sul caso, sul possibile, sul limite, contro ogni forma di univocità, di rigidità, di irreale certezza.
Il libro di Celati si presenta sostanzialmente come un’avventura, un cammino errante nella letteratura e nella scrittura.