Nel giugno del 2016 la collana Compagnia Extra dell’editore Quodlibet ripropone un’opera tra le meno conosciute di Fëdor Dostoevskij, Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti, nella classica traduzione di Alfredo Polledro del 1927.
Pur essendo in disaccordo con due affermazioni riportate nell’aletta del libro, cioè che si tratta di “uno dei romanzi […] più riusciti del grande scrittore russo” e di “un romanzo abbondantemente comico”, si ritiene che questo libro scritto nel 1859 sia in un certo senso emblematico dell’autore.
La storia è narrata in prima persona dal ventiduenne Sergèj Aleksàndrovič, invitato dallo zio, il colonnello Egòr Il’ìč, nella sua residenza di Stepančikovo. Qui conoscerà Fomà Fomìč, scostante parassita che millantando erudizione e moralità saprà soggiogare il troppo arrendevole Egòr, la sua anziana madre, l’intera servitù e una serie di individui a diverso titolo legati alla famiglia.
Al centro dell’articolata vicenda ci sono poi altre due donne: la domestica Nàsten’ka, di cui è innamorato Egòr Il’ìč, che però Fomà Fomìč vorrebbe far sposare con la ricca (e instabile di mente) Tat’jana Ivànovna.
Se il romanzo, come si diceva, non pare compiutamente riuscito, è proprio per la sua caratteristica saliente: in esso si muovono solo personaggi dal temperamento straordinario; ma che qui, a differenza di quanto accade nei capolavori di Dostoevskij, risultano insolitamente statici, più al servizio della propria pervicacia che dello sviluppo narrativo.
Peraltro, il continuo confronto tra tipi umani estremi e fissi conduce spesso allo scadimento del drammatico in patetico (ma quasi mai, per tornare alla seconda obiezione, nell’“apertamente comico”).
Tuttavia, proprio l’immutabilità dei personaggi conferisce a Il villaggio di Stepànčikovo e i suoi abitanti un’interessante peculiarità: se è vero, come peraltro scrisse Friedrich Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli, che Dostoevskij è stato un inarrivabile scrittore-psicologo, la sensazione è che in questo romanzo minore lo studio delle diverse psicologie umane (e dei possibili esiti dei vari incontri-scontri fra esse) sia il vero elemento centrale, a discapito della trama. (altro…)