Critica della vittima. Un esperimento con l’etica

La vittima

 
 
 

“La vittima è l’eroe del nostro tempo”, scrive Daniele Giglioli in Critica della vittima. Un esperimento con l’etica (nottempo, Roma, 2014, p. 9).

La vittima è il luogo sicuro dell’identità indiscutibile.

La vittima crea identificazione e divisioni chiare, puro e impuro.

La vittima subisce.

La vittima non agisce (che cosa ci posso fare io), piuttosto re-agisce (che cosa mi hanno spinto a fare, gli altri).

Alexej_von_Jawlensky_Grosse_Meditation_1936Non si può criticare la vittima, perché la vittima racconta una storia, testimonia, non critica, non dialoga, incarna la parte giusta.

La vittima si difende.

La vittima non ha un corpo.

Il corpo della vittima è di tutti, tutti ne possono mangiare.

La vittima, come il santo, è un assoluto.

La vittima fa di un torto subito un’occasione di potere.

Nella vittima il male non ha fine.

La vittima è sempre innocente.

La vera vittima, invece, è muta, non è un simbolo né un mito né un inizio.

 
 

(a partire dalla lettura di: Daniele Giglioli, Critica della vittima. Un esperimento con l’etica, nottetempo, Roma, 2014; Stato di minorità, Laterza, Bari, 2015)

 
 

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